All’origine della floriterapia: le scoperte di Bach 


L’illuminazione arrivo nel rendersi conto che individui con personalità simili soffrivano anche dei medesimi disturbi

Edward Bach nasce nel Galles, a Moseley. Il 24 settembre 1886. E un ragazzo sensibile, intuitivo, e, crescendo in campagna, si appassiona velocemente alla bellezza e alla potenza della natura. Decide di iscriversi alla facoltà di medicina e, dopo la laurea, lavora per un po’ come responsabile del reparto di pronto soccorso presso l’ospedale dell’University College di Londra. È qui che comincia a pensare a un metodo alternativo per affrontare le malattie. Dapprima 

affascinato dall’omeopatia, si concentra su alcune osservazioni empiriche. L’intuizione che per lui fu illuminante fu quella di rendersi conto che le persone con personalità simili reagivano in modo simile ai medicinali, subivano gli stessi effetti collaterali dai farmaci e… avevano disturbi simili. Per questo Bach cercò di accomunare i diversi soggetti in base alla loro personalità apparente, ovvero quella serie di schermi mentali, consolidati nel tempo, che condizionano il modo di reagire alle interferenze esterne. Egli individuò così 12 stati d’animo fondamentali che sono secondo lui, alla base dell’infelicità e della malattia dell’essere umano, che poi sintetizzò in nette emozioni: paura. Insicurezza, apatia. solitudine, ipersensibilità, scoraggiamento e disperazione e infine preoccupazioni ossessive. 

I 38 FIORI ORIGINARI, SCELTI NELLA CAMPAGNA INGLESE 

Lo studio dei fiori e delle loro proprietà fu portato avanti da Bach in tappe successive. Egli arrivò così a definire un “bouquet” di 38 corolle. 

I 12 Guaritori 

I primi dodici fiori scoperti da Bach, sono conosciuti come “I dodici guaritori” e sono:

  • Agrimony,
  • Cerato,
  • Centaury,
  • Chicory,
  • Clematis 
  • Gentian,
  • Impatiens,
  • Mimulus,
  • Rock Rose,
  • Scleranthus,
  • Vervain,
  • Water Violet. 

Si tratta dei fiori di base che, al di là delle situazioni patologiche, corrispondono anche a normali fasi dello sviluppo psico evolutivo del bambino: in alcune di queste è possibile restare intrappolati o si può ritornare a una fase passata a seconda di ciò che ci capita 

I 7 Aiutanti 

Successivamente ai dodici guaritori, Bach identificò altri sette fiori, che chiamò “I sette aiutanti”, ovvero:

Gorse,
Oak,
Heather,
Rock Water,
Wild Oat,
Olive,
Vine. 

Ciascuno di essi corrisponde alla cronicizzazione o l’enfatizzazione di caratteristiche individuali

LA CASA DI BACH: ADESSO E UNA SCUOLA 

Mount Vernon è il nome della casa e luogo di lavoro nell’Oxfordshire in Inghilterra in cui Edward Bach completò la sua ricerca sui rimedi floreali, che tuttora portano il suo nome. Ora è diventato un centro mondiale per la didattica e l’insegnamento del metodo per ottenere le tinture madri in modo corretto. E possibile visitarlo e, nella stagione della fioritura, assistere alla preparazione dei rimedi nei luoghi in cui lo stesso Bach raccoglieva i suoi fiori. 

La soluzione nel libro della natura

 Per liberarsi dagli stati d’animo che causano le malattie, per Bach c’è un unico modo: rivolgersi al grande libro della natura. Per risintonizzarsi sul proprio modo d’essere, in particolare, l’uomo non deve far altro che rimettersi in contatto con le più semplici e primordiali manifestazioni della natura: le piante, e in particolar modo i fiori. Il fiore è, infatti, la concretizzazione di un messaggio, di una qualità specifica della pianta. Come dice Bach: “La vita della pianta è concentrata nel fiore, poiché esso contiene il seme potenziale». Dandoci la sua qualità, ogni fiore ci porta all’origine, ci offre un modello della nostra qualità originaria prima che fosse deformata dai condizionamenti e trasformata in debolezza. I fiori, così, ci possono accompagnare nelle sette tappe che portano alla guarigione identificate da Bach: pace, speranza, gioia, fiducia, certezza, saggezza e amore. 

duali di base

(descritte nei 12 guaritori) a seguito dell’interazione con le circostanze in cui ci si trova a vivere. 

I 19 Assistenti Gli ultimi fiori sono i “19 assistenti”, cioè:


Cherry Plum,
Elm,
Pine,
Larch,
Willow, 
Aspen,
Hornbeam,
Sweet Chestnut,
Beech,
Crab Apple,
Walnut,
Chestnut,
Bud,
Red Chestnut,
White Chestnut,
Holly,
Wild Rose,
Honeysuckle,
Star of Bethlehem,
Mustard. 

Questi rimedi derivano dal modo in cui ognuno reagisce a eventi ed esperienze. 

Una ricerca che continua 

La ricchezza dei rimedi floreali è un tesoro che si è andato accrescendo nel tempo. Dopo Bach altri medici hanno approfondito lo studio dei fiori. Varie essenze sono state raccolte in diverse parti del mondo e sfruttate per le loro virtù terapeutiche.
L’habitat dei fiori, è stato osservato, influenza le loro proprietà: le qualità del terreno, il luogo in cui crescono ne determinano le caratteristiche peculiari e queste vengono trasferite a noi.
Ciò che accomuna i diversi rimedi, indipendentemente dal luogo da cui i fiori hanno origine, è il fatto che si tratta sempre di fiori selvatici, spontanei e non coltivati, provenienti da siti incontaminati e poco esposti alla possibile azione di pesticidi e fertilizzanti.
Si sono così creati altri cataloghi di fiori, in particolare i più noti sono i fiori australiani, i californiani, gli himalayani e gli alaskani, ma rimedi floriterapeutici sono stati ottenuti anche da corolle che vengono dal Canada, dalla Scozia, dall’Irlanda e persino dalla Sardegna.

Questi rimedi floriterapici sono spesso utilizzati dai floriteraputi anche in associazione agli stessi fiori di Bach.

Il metodo di preparazione dei rimedi floreali 

con l’energia del sole (o del fuoco) consentono di ottenere i preparati che poi che poi vengono diluiti 

Mentre passeggiava in un bosco

in un bosco, Bach osservò i fiori e la rugiada che imperlava le corolle e pensò che questa fosse la forma più semplice e perfetta per ottenere un rimedio che contenesse l’energia dell’intera pianta. Dopo averla raccolta e testata, egli scoprì che la rugiada prelevata dai fiori esposti al Sole era quella che presentava le maggiori vibrazioni energetiche. Egli era convinto che fosse il sole con i suoi raggi a trasmettere all’acqua, simbolo di vita e di rinascita, i poteri propri dei fiori. Riconosciuto il potere della rugiada, Bach si trovò però di fronte alla difficoltà di raccoglierla ogni volta. Così egli cercò di riprodurre il processo naturale. Le indicazioni lasciate dal padre della floriterapia sono le stesse che vengono seguite fedelmente anche oggi. I metodi per la preparazione dei fiori di Bach sono sostanzialmente due: la solarizzazione e la bollitura. 

La solarizzazione: per i fiori estivi 

Con il metodo della solarizzazione sono i raggi solari ad “estrarre” le qualità dei fiori. Questo sistema viene scelto in particolare per le essenze più delicate. Le infiorescenze vengono posate in una ciotola di acqua pura di sorgente, lasciandole galleggiare sulla superficie dell’acqua, ed esponendole al sole per alcune ore. È un metodo che ben si presta a essere utilizzato per i fiori che sbocciano in piena estate. Le corolle vanno lasciate in pieno sole dalle due alle tre ore; quando sono afflosciate, si tolgono dall’acqua, senza mai toccarle con le mani. 

UN PASSAGGIO FONDAMENTALE: LA DILUIZIONE

Se scegli di acquistare le bottigliette stock con i singoli fiori, puoi adoperarle singolarmente o in combinazione. Nella maggior parte dei casi il fiore va diluito, soprattutto se si desidera impostare un trattamento per un certo periodo di tempo. L’assunzione di un fiore puro, infatti, può essere utile per situazioni contingenti, acute e temporanee. La diluizione è dunque un passaggio fondamentale Ecco come procedere. Procurati un boccettino da 30 ml con contagocce e riempilo per tre quarti di acqua minerale non gassata, aggiungendo poi 40 gocce di brandy di buona qualità, oppure aceto di mele. * Se usi un solo fiore: se scegli di utilizzare un unico fiore aggiungi alla preparazione descritta sopra 4 gocce di essenza dalla bottiglietta stock. 
Se usi più fiori: aggiungi alla preparazione descritta sopra 2 gocce di ciascun fiore, Utilizza poi la diluizione in gocce per l’assunzione quotidiana. Questa preparazione non va mai fatta utilizzando acqua del rubinetto, né acqua distillata. Scegli invece una buona acqua minerale naturale, in bottiglia di vetro. Il contenuto della boccetta personale va consumato entro 1-2 mesi dalla preparazione. Conserva la boccetta a temperatura ambiente. 

La bollitura: per le corolle precoci

Dai fiori che hanno una fioritura precoce, nei mesi in cui il sole è più debole e i suoi raggi sono meno potenti e diretti, il rimedio floreale viene ricavato mediante bollitura, sostituendo la forza dei raggi con quella del fuoco. Le corolle si fanno bollire, sempre in acqua sorgiva, per una mezz’ora, quindi si lascia raffreddare il tutto, filtrando l’acqua dai petali. In entrambi i casi la tintura madre così ottenuta dovrà essere messa in una bottiglia di vetro, con una pari quantità di brandy (o aceto di mele) per evitare che irrancidisca. Si ottengono così le cosiddette “bottigliette stock” con le singole essenze che è poi possibile diluire ulteriormente e miscelare per preparare soluzioni più complesse. 

PUOI PREPARARLI ANCHE TU

E possibile prepare da sé i fiori di Bach. I mesi estivi sono quelli più indicati per la raccolta, che deve avvenire nelle prime ore mattutine, È bene scegliere fiori di aree il più possibile naturali e incontaminate. Anche in questo caso è opportuno utilizzare acqua minerale naturale conservata in bottiglie di vetro e non toccare mai le corolle con le mani.

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