La terapia dolce  che si prende cura di mente e corpo 


La floriterapia non si limita a considerare il sintomo ma va alla radice del problema, che spesso è legata al nostro atteggiamento mentale. Ecco perché è utile cI sono tanti modi per favorire il benessere del nostro corpo. Ma uno dei più efficaci è senz’altro quello che prende in considerazione anche la mente, il nostro universo psicoemotivo. Ed esattamente questo è ciò che fa la floriterapia. Siamo, e anche la medicina tradizionale se ne sta rendendo conto, un’unione indissolubile di mente e corpo. Non esiste un disturbo che sia solo fisico, non esiste un affanno che sia solo circoscritto nella nostra testa. Edward Bach era profondamente convinto che dietro alle malattie ci siano le nostre paure, le nostre ansie, la nostra avidità, i nostri desideri insoddisfatti e le nostre frustrazioni.

La sofferenza che a volte proviamo è un’opportunità per comprendere ciò che in altre maniere non siamo stati capaci di cogliere e non potrà venire meno sino a che non avremo imparato la lezione. Come la medicina psicosomatica, l’omeopatia, le grandi medicine della Tradizione egizia, cinese, indiana… anche Edward Bach, con la floriterapia, ha seguito il filo dell’analogia per cogliere il legame sottile tra i nostri stati d’animo, le nostre emozioni, i nostri disagi e i fiori. E come l’uomo è un tutt’uno, nella sua dimensione fisica e psicologica, così vi è una connessione profonda tra l’uomo stesso e la natura.

Bach ha compreso perfettamente che la via migliore per curarsi è far uso delle risorse che la Natura ci mette a disposizione e ha dedicato la sua vita allo studio e alla individuazione di rimedi che sono un collegamento sottile tra noi e l’energia fiorile della pianta. Secondo questo medico inglese i fiori si distinguono molto bene dal resto della natura per colori, forma, profumo… ed esprimono l’unicità ben riconoscibile e non facilmente riscontrabile in altre forme di vita.

Osservando “l’unicità” di un fiore, possiamo per similitudine riconoscere l’unicità di noi stessi, la nostra radice più profonda. E attraverso le gocce di un rimedio adeguatamente preparato possiamo riequilibrare uno stato energetico perduto. Un po’ come se il fiore di Bach “giusto” agisse su di noi come fa l’accordatore con il pianoforte, quando rida alle corde la vibrazione corretta che è venuta a mancare. Il risultato è l’armonia. 

Così la floriterapia dona il vero benessere 

Questa medicina alternativa utilizza i fiori per riequilibrarci e allontanare i disturbi che ci affliggono. La sua efficaci legata al fatto che tiene conto dell’unicità di ogni individuo .

la floriterapia è una disciplina naturale che utilizza i fiori per affrontare disturbi fisici e psicologici. Il suo padre fondatore riconosciuto è Edward Bach, il medico inglese che per primo utilizzò le corolle di alcuni fori per promuovere la salute. La malattia, secondo Bach, altro non è che la manifestazione fisica di una disarmonia che affligge l’individuo. Quando un’interferenza esterna ostacola il nostro essere più autentico cominciamo ad allontanarci dal nostro lo originario e più vero e nascono in noi sentimenti di dubbio. paura, rabbia e indifferenza. E da questi stati d’animo che origina la malattia fisica, che altro non è se non la reazione visibile di un equilibrio che si è rotto. 

Una questione di energia e vibrazioni

 Ci sono considerazioni che rimandano alla fisica alla base dell’idea di medicina di Bach e in particolare la convinzione che, come provò Albert Einstein, la materia non sia altro che energia sotto diversa forma. Sull’idea che la corporeità sia in realtà una rete di campi energetici interconnessi si basa il modello vibrazionale di cura cui fa riferimento la floriterapia. I vari tipi di fiori sono portatori di una frequenza vibrazionale individuale che viene trasferita all’acqua durante il processo di preparazione dei rimedi e quindi al nostro organismo. Ogni essenza rappresenta un campo energetico sottile e, quando entra in contatto con un altro campo energetico squilibrato come è il corpo malato, agisce per riequilibrarlo. I fiori, insomma, agiscono come un diapason, in grado di “riaccordare” l’analoga struttura energetica presente in ogni organismo vivente, sia esso animale o vegetale. 

La guarigione è un’armonia ritrovata 

Il nome e la natura della malattia, diceva Bach, non hanno importanza per tanto tempo abbiamo additato il batterio, il tempo, il cibo che mangiamo, come cause della malattia, ma parecchi tra noi sono immuni dall’epidemia di influenza, molti amano il vento freddo e altri possono mangiare il formaggio e bere il caffè a tarda notte senza avere conseguenze. Niente nella natura può farci male quando siamo felici e in armonia; al contrario, tutta la natura è lì per nostro uso e godimento. È solo quando permettiamo al dubbio e alla depressione, all’indecisione e alla paura di penetrarci, che diventiamo sensibili alla forza esterna. Lo stretto legame che c’è tra armonia psicologica e salute fisica e in particolare la convinzione di Bach che sia la prima ad avere un effetto sulla seconda spiega la ragione per cui i rimedi floreali raccontano le patologie a partire dal problema emotivo che sta a monte. Se nella pratica i rimedi floreali vengono utilizzati per risolvere cattiva digestione o tosse, mal di schiena o allergie, non bisogna dimenticare che il punto di partenza è sempre la natura dell’individuo, che trova nel fiore che gli corrisponde un modo per ritornare alla propria natura più autentica. 

LA MALATTIA SECONDO EDWARD BACH: UNA STORIA ESEMPLARE 

LA Salute, afferma Bach, è ascoltare solo gli ordini della nostra anima e respingere l’eccesso di intellettualità, non tenere conto delle convenzioni, delle banali idee e degli ordini di altre persone, affinché possiamo sperimentare la vita senza essere influenzati e lesi. Per chiarire bene il suo pensiero, Bach apre il suo libro “Libera te stesso” con un esempio: una ragazzina ha deciso di dipingere un quadro con una casa per il compleanno della madre. Nella sua mente il quadro è già finito, ella sa come realizzarlo, occorre soltanto riportarlo sulla carta. Prende la scatola con i colori, il pennello e, piena di entusiasmo e felicità, si mette al lavoro.

Finisce il quadro per tempo… è tutto suo, ogni sua pennellata è stata fatta per amore… anche se la casa dipinta dovesse sembrare una baracca, è comunque la casa più perfetta mai realizzata; è un successo, perché la piccola artista ha messo tutto il suo cuore e la sua anima, tutto il suo essere nel farlo.

Tutto ciò è salute, successo, felicità e amore, perché è stato fatto in perfetta libertà. Tuttavia, spesso le cose non vanno così. Ipotizziamo, continua Bach, che, mentre la ragazzina sta dipingendo, arrivi qualcuno e le dica: “Perché non metti la finestra qui e la porta lì, e poi il sentiero del giardino dovrebbe andare così…”. Anche se dovesse continuare, la piccola non farà altro che riportare sulla carta le idee di un’altra persona.

Potrà irritarsi, impaurirsi, sentirsi infelice, rifiutare i suggerimenti, cominciare a odiare il quadro… ma anche se lo terminasse, sarebbe un fallimento».
Tutto ciò è, secondo Bach, malattia.


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